Icona Sicomoro Prof. Giovanni Mezzalira

 



L'icona di Zaccheo e il Sicomoro

ZACCHEO

L'intenzionalità della nostra Associazione può essere letta  alla luce della pagina evangelica che racconta l’incontro di Zaccheo con Gesù, con una attenzione particolare all’albero di sicomoro (Lc 19,1-10).

1 Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2 quand'ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. 5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". 6 Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È entrato in casa di un peccatore!". 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto". 9 Gesù gli rispose: "Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. 10 Il Figlio dell’uomo, infatti, è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto". 

Il sicomoro è l'albero benedetto sul quale Zaccheo decide di salire, animato da un desiderio di ricerca che lo fa correre in avanti e salire in alto (“cercava di vedere Gesù... corse in avanti... salì su un sicomoro”). Una posizione favorevole dalla quale, lui che è piccolo di statura, può lanciare lo sguardo oltre… un po’ più in là. 

A volte, soprattutto nei momenti di crisi, abbiamo bisogno di una nuova prospettiva dalla quale leggere e interpretare la nostra esistenza: abbiamo bisogno di un “sicomoro”, di un altro e alto punto di vista. Ed è proprio in questa posizione, sul sicomoro, che Zaccheo viene sorpreso dallo sguardo di Gesù che lo riporta a casa, quella di sempre, ma con una novità capace di spalancargli il cuore alla gioia e alla festa (“… e lo accolse pieno di gioia”). Una salvezza che profuma di casa.

Zaccheo è una persona socialmente affermata, ricco, ma anche confuso, smarrito, inquieto, alla ricerca di una novità che possa rigenerare la sua esistenza. La narrazione evangelica ci fa intuire che la novità è Gesù che sta attraversando la città di Gerico. È un incontro fatto di sguardi e di parole capaci di sboccare una vita e di farla ripartire.

Dal sicomoro alla casa. La pagina evangelica ci dice che quella del “sicomoro” è una condizione favorevole… ma transitoria. Da quel sicomoro Zaccheo deve scendere "subito". In altre parole: nella mia casa, nel contesto dei miei vissuti più personali posso fare esperienza di un incontro capace di rigenerare la mia esistenza.

La proposta de IL SICOMORO nel monastero della Santa Croce a Campese, si qualifica come una sosta che rigenera valorizzando e interpretando lo stile benedettino: accoglienza, silenzio, preghiera, lavoro manuale, formazione spirituale e culturale, tempi di festa, letizia della tavola, occasione ed esperienze di relazioni e di crescita umana,  luogo di generatività sociale e apertura all'inclusione sociale.



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