sabato 13 maggio 2023

Un nuovo senso del riposo

 


UN NUOVO SENSO DEL RIPOSO

Oggi a Vittorio Veneto ore 18.00
Il Festival Biblico, dedicato all'approfondimento dell'inizio del libro della Genesi, dal 12 al 14 maggio fa tappa a Vittorio Veneto.
Sabato 13 maggio alle 18 nell’aula magna del Seminario vescovile, in via Largo Seminario, intervento dello psichiatra Vittorino Andreoli sul tema: “UN NUOVO SENSO DEL RIPOSO - Un bisogno esistenziale e etico per l’individuo e la comunità”. Introduce Alessandro Tonon.
In un mondo in cui la schiavitù consiste nel fare ininterrottamente le stesse cose, l’interruzione diventa una forma rivoluzionaria, un bisogno etico per ciascun individuo. . Ecco allora che la dignità del riposo diventa la dignità del lavoro. Poniamo l’accento sulla scelta dello shabbat. Il significato primario ci riporta ai sinonimi di smettere, cessare. Per il mondo ebraico, coincide con il rapporto con il tempo, demarca, diventando qualcosa di quasi ossessivo: un richiamo a te stesso a non fare nulla per 24 h perché è Dio che è tenuto a svolgere le cose. Tutto va messo a riposo, ogni cosa riconducibile alla terra, al corpo e allo spirito. Ci ricorda dunque, che non siamo onnipotenti, e che è preferibile limitarsi, osservare una sosta, lasciando campo libero all’azione di Dio. Viene da chiedersi se non sia opportuno rafforzare un’abitudine allo shabbat, ad un ritmo di vita che preveda uno shabbat cadenzato, per osservare, capire meglio i fatti, gli accadimenti, e noi stessi dentro questa attualità.
A cura de La Chiave di Sophia con il contributo di Banca della Marca Filiale di Vittorio Veneto e Falmec
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martedì 9 maggio 2023

Introduzione generale ai sacramenti



Giovedì 11 maggio, ore 20.30 in monastero, altra tappa del percorso formativo "UNA LITURGIA VIVA PER UNA CHIESA VIVA".

Titolo: INTRODUZIONE GENERALE AI SACRAMENTI 

Obiettivo e stile del percorso formativo:

Obiettivo generale

In un clima di condivisione fraterna, con lo studio e l’impegno personali e il confronto con altre persone, uomini e donne (testimoni e docenti), maturare quella consapevolezza che ci permette di riappropriarci - in termini adulti - di quel tesoro che abbiamo ricevuto in dono (1 Cor 15, 3): lo spezzare insieme il pane il primo giorno della settimana[1], secondo il comandamento del Signore[2].

Convinzioni

Siamo convinti che questo processo di consapevolezza sia necessario per:

  • 1.        partecipare[3] in modo attivo e fruttuoso alla liturgia eucaristica
  • 2.       e per esplorare, con audacia e creatività, nuove forme (parole e gesti) per celebrare il Mistero del pane spezzato che rende presente e attuale la Pasqua di Cristo per la vita del mondo.

Lo stile

Come ogni altra proposta formativa anche questa sottintende alcuni essenziali atteggiamenti personali (presenza puntuale agli incontri, partecipazione attiva alle dinamiche di gruppo, disponibilità al dialogo e all’ascolto, disponibilità alla ricerca e allo studio…).



[1] «Il primo giorno della settimana ci radunammo per spezzare il pane secondo il comando del Signore» (At 20,7).

[2] Mt 26,26-28; 1 Cor 11,23-25

[3] “Un certo modo di conferire i Sacramenti, senza un solido sostegno della catechesi circa questi medesimi Sacramenti e di una catechesi globale, finirebbe per privarli in gran parte della loro efficacia. Il compito dell’evangelizzazione è precisamente quello di educare nella fede in modo tale che essa conduca ciascun cristiano a vivere i Sacramenti come veri Sacramenti della fede, e non a riceverli passivamente o a subirli” (Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 1975, n. 47).


Ciò che IL SICOMORO ha chiesto al Vescovo   Claudio Cipolla

«Non hanno più vino». Nei nostri dialoghi ritorna spesso la constatazione che le liturgie festive della domenica mancano spesso di quella gioia che profuma di Vangelo. Sentiamo, tuttavia, la sterilità di fermarsi alla sola lamentazione, condivisa con tanti altri, laici e presbiteri, che mette in evidenza un dato di fatto: le nostre liturgie festive… sono quasi diventate mute: a tanti non dicono più nulla… e per questo motivo se ne allontanano.  Da qui il desiderio di poter vivere delle esperienze celebrative, soprattutto festive, con stili e linguaggi più aderenti alla vita. A tal proposito, ci piacerebbe trasformare questo desiderio in un laboratorio di fede in cui pensare ad esperienze celebrative festive diverse e complementari rispetto alla celebrazione liturgica nella messa.  Con il suo beneplacito, e accompagnati da figure formative adeguate, siamo disponibili a coinvolgerci in questo laboratorio a servizio dell’esperienza di chiesa, secondo lo spirito del Sinodo diocesano: vino nuovo in otri nuovi… anche in termini celebrativi… nel Giorno del Signore. 

 

Non ci può essere una chiesa viva e una liturgia affaticata; non ci può essere una "chiesa in uscita" e una "liturgia in ritirata"! La chiesa evangelizza come celebra: la credibilità della chiesa è il riflesso della vitalità del suo celebrare.


Carcere: qualche numero al 31 marzo 2024

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