giovedì 17 febbraio 2022

 

Zaccheo, una storia tal quale ciascuno di noi


Zaccheo un piccolo uomo, reietto perché impuro, indegno di Dio agli occhi dei santi e delle persone perbene, ormai estraneo perché allontanato dalla sua comunità. Eppure, un uomo in ricerca: nascosto tra i rami del sicomoro, cercava di vedere Gesù. Disposto ad uscire allo scoperto… solo se si sente chiamare per nome. Chiamare per nome: appello primordiale alla vita, riconoscimento di quella identità personale - fatta di desiderio e paura - che gli uomini della legge non riescono proprio a vedere. Ma Gesù la vede, la sa riconoscere, la chiama per nome, la fa uscire allo scoperto. Come è difficile per i guardiani della legge entrare nella gioia di Dio… il quale
in Cielo fa più festa per un peccatore conquistato all’amore che per novantanove persone per bene che non hanno bisogno di conversione … se non di quella alla gioia di Dio.


“Gli Zacchei in mezzo a noi non sono pochi; il destino del mondo, della Chiesa e della società dipende, molto più di quanto siamo disposti ad ammettere, anche dal fatto di riuscire a conquistare questi Zacchei, oppure no”.

 Tomàš Halik, Pazienza con Dio

martedì 15 febbraio 2022




SIATE MISERICORDIOSI

Martedì 15 febbraio 2022 - Lectio gruppo Sicomoro 

Si accende un lume e/o un bastoncino di incenso, l’icona del Sicomoro, un piccolo pacchetto regal        

PREPARAZIONE ALL’ASCOLTO

Ci prepariamo percependo la presenza personale e ci sintonizziamo con il Noi della fraternità riunita. Facciamo un breve rilassamento ad occhi chiusi ascoltando il proprio respiro per lasciare andare le stanchezze del giorno e ci focalizziamo sul qui ed ora con il desiderio di accogliere insieme: “

LA PRESENZA DI DIO

GUIDA

Oggi, qui ,

adesso, seduto in rilassamento,

ascolto il flusso del respiro

che mi porta al centro

del mio essere.

Riuniti insieme

apriamo il cuore e i sensi

per accogliere il balsamo della tua Parola:

Siamo alla tua presenza, o Dio.


INVOCAZIONE DELLO SPIRITO SANTO


  • Lo Spirito sta alla nostra porta e bussa:
  • Lasciami entrare per ritrovare la vita che hai perduto vivendo, la saggezza che hai perduto sapendo
  • Lasciami entrare a benedire il peccato, la vanità, il rimorso e la tristezza, a benedire il tuo spirito e la tua carne offesa
  • Lasciami entrare a cercare nel tuo silenzio la tua coscienza sepolta, il tuo sospiro amaro
  • Lasciami entrare e passare nel cuore di tutti i tuoi tormenti, perché tu ritorni a volere davvero quello che lo spirito sogna
  • Lasciami entrare a mendicare un po’ di pane nella tua stanza senza fuoco. Riscoprano i tuoi occhi la luce che ha il mio volto. (Luigi Verdi) 

 Dal Vangelo secondo Luca  (6, 27-38)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

"A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da' a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell'Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio".

Parola del Signore

IMMAGINO

 

GUIDA

Immaginandoci seduti in riva al lago

immergiamoci in ascolto attento.

Così Gesù parla oggi ad ognuno di noi.

Focalizziamo la nostra attenzione su una delle forti esortazioni appena ascoltate.

Cosa immagino, come mi vedo nella scena, cosa mi evoca?

“A voi che ascoltate io dico”: amate,… fate del bene, … benedite,… pregate,… siate misericordiosi, … non giudicate …, non condannate …, perdonate… 


MEDITO

Ci lasciamo interpellare dalla Parola anche personalmente: quale volto di Dio scopro?

Cosa dice a me, oggi alla mia vita, nelle relazioni quotidiane? Cerco di fare emergere alcuni versetti che serberò interiormente come guida-e faro per la vita.

Scegliere di non contro-reagire mostrando la propria ferita , senza rimanere ostaggi della offesa ricevuta, trasforma la realtà e apre al futuro di una qualità di vita nuova che possiamo chiamare resurrezione- rinascita.

“Il perdono spezza la catena della colpa e della vendetta, spezza le simmetrie dell’odio” (Anna Arendt)

PREGHIERA SPONTANEA

Lasciamo dunque che la Parola risuoni in noi per trasformare la nostra vita e preghiamo perciò gli uni per gli altri affinché lo Spirito Santo ci renda contempl-ATTIVI

Signore sono fragile: per me è necessario tenere tutto sotto controllo, qualche volta dare, ma con misura, aspettandomi un grazie. Tu mi insegni che la Vita fiorisce quando mi aiuti a sovrabbondare nel dono e nel per-dono.

 PREGHIAMO

 il Padre nostro ponendo attenzione particolarmente alla seconda parte.

 

GUIDA:

Signore Dio,

in quest’ora

fra il chiarore e l’ombra,

fai che ciò che ho raccolto oggi di luce,

domani lo ritrovi nell’aurora.

TUTTI: Amen.


6,27Ἀλλὰ ὑμῖν λέγω τοῖς ἀκούουσιν, ἀγαπᾶτε τοὺς ἐχθροὺς ὑμῶν, καλῶς ποιεῖτε τοῖς μισοῦσιν ὑμᾶς,
Lc Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,
6,28εὐλογεῖτε τοὺς καταρωμένους ⸀ὑμᾶς, προσεύχεσθε ⸀περὶ τῶν ἐπηρεαζόντων ὑμᾶς.
Lc6,28 benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.
6,29τῷ τύπτοντί σε ἐπὶ τὴν σιαγόνα πάρεχε καὶ τὴν ἄλλην, καὶ ἀπὸ τοῦ αἴροντός σου τὸ ἱμάτιον καὶ τὸν χιτῶνα μὴ κωλύσῃς.
Lc6,29 A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l`altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.
6,30⸀παντὶ αἰτοῦντί σε δίδου, καὶ ἀπὸ τοῦ αἴροντος τὰ σὰ μὴ ἀπαίτει.
Lc6,30 Dá a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.
6,31καὶ καθὼς θέλετε ἵνα ποιῶσιν ὑμῖν οἱ ⸀ἄνθρωποι, ποιεῖτε αὐτοῖς ὁμοίως.
Lc6,31 Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
6,32Καὶ εἰ ἀγαπᾶτε τοὺς ἀγαπῶντας ὑμᾶς, ποία ὑμῖν χάρις ἐστίν; καὶ γὰρ οἱ ἁμαρτωλοὶ τοὺς ἀγαπῶντας αὐτοὺς ἀγαπῶσιν.
Lc6,32 Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
6,33⸀καὶ ἐὰν ἀγαθοποιῆτε τοὺς ἀγαθοποιοῦντας ὑμᾶς, ποία ὑμῖν χάρις ἐστίν; ⸁καὶ οἱ ἁμαρτωλοὶ τὸ αὐτὸ ποιοῦσιν.
Lc6,33 E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
6,34καὶ ἐὰν ⸀δανίσητε παρ’ ὧν ἐλπίζετε ⸀λαβεῖν, ποία ὑμῖν χάρις ἐστίν; ⸀καὶ ἁμαρτωλοὶ ἁμαρτωλοῖς δανίζουσιν ἵνα ἀπολάβωσιν τὰ ἴσα.
Lc6,34 E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
6,35πλὴν ἀγαπᾶτε τοὺς ἐχθροὺς ὑμῶν καὶ ἀγαθοποιεῖτε καὶ δανίζετε μηδὲν ἀπελπίζοντες· καὶ ἔσται ὁ μισθὸς ὑμῶν πολύς, καὶ ἔσεσθε υἱοὶ Ὑψίστου, ὅτι αὐτὸς χρηστός ἐστιν ἐπὶ τοὺς ἀχαρίστους καὶ πονηρούς.
Lc6,35 Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell`Altissimo; perché egli è benevolo verso gl`ingrati e i malvagi.
6,36⸀γίνεσθε οἰκτίρμονες ⸀καθὼς ὁ πατὴρ ὑμῶν οἰκτίρμων ἐστίν·
Lc6,36 Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
6,37Καὶ μὴ κρίνετε, καὶ οὐ μὴ κριθῆτε· ⸀καὶ μὴ καταδικάζετε, καὶ οὐ μὴ καταδικασθῆτε. ἀπολύετε, καὶ ἀπολυθήσεσθε·
Lc Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;
6,38δίδοτε, καὶ δοθήσεται ὑμῖν· μέτρον καλὸν πεπιεσμένον ⸀σεσαλευμένον ὑπερεκχυννόμενον δώσουσιν εἰς τὸν κόλπον ὑμῶν· ⸂ᾧ γὰρ μέτρῳ⸃ μετρεῖτε ἀντιμετρηθήσεται ὑμῖν.
Lc6,38 date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio".

 

UN SORSO DI PAROLA E DI PAROLE
 

Campese. Stanza del silenzio del monastero: lavabo in marmo del 1600

 

Conosciamo tutti il sollievo che ci prende quando, durante un’escursione, affaticati dal cammino, incontriamo una fontanella alla quale abbeverarci. Basta un sorso… e poi… via, si riprende il cammino. L’acqua che gorgoglia con la sua musica, acqua che toglie la sete, acqua che rinfresca la fronte e le lava mani, acqua che rigenera. Il pellegrino, il viandante lo sanno bene: è sufficiente un sorso… e poi si riparte: il solito ritmo di passi, a volte particolarmente incalzante e tenace, ma con una nuova energia che ormai invade l’anima.

Con la parola di Dio è la stessa cosa. Una breve sosta, una parola: quella quotidiana, quella di cui abbiamo bisogno per la giornata di oggi. Per tanti, quella della liturgia del giorno. Come un sorso di vita… per poi riprendere il cammino. Di’ soltanto una parola… e io sarò salvato.

E anche nella preghiera: poche parole. Anzi, meglio una soltanto: Abba! Padre!

 

Evangelo secondo Matteo 6,5-8

5 Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6 Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

7 Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. 8 Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.


Colui che ha sete è lieto di bere, ma non si rattrista perché non riesce a prosciugare la fonte. È meglio che la fonte soddisfi la tua sete, piuttosto che la sete esaurisca la fonte. Non avere l’impudenza di voler prendere in un sol colpo ciò che non può essere prelevato se non a più riprese, e non allontanarti da ciò che potresti ricevere solo un po’ alla volta.

Sant’Efrem il Siro (306-373)

giovedì 10 febbraio 2022


 





Del santissimo miracolo che fece san Francesco quando convertì il ferocissimo lupo di Gubbio

"Al tempo in cui santo Francesco dimorava nella città di Gubbio, in quella città apparve un lupo grandissimo, terribile e feroce, il quale non solamente divorava gli animali, ma anche gli uomini. Tutti i cittadini di Gubbio avevano di lui una grande paura perché spesse volte si avvicinava alla loro città e tutti andavano armati quando uscivano dalla città, come se dovessero andare a combattere. Con tutto ciò non si potevano difendere da lui e chi in lui si scontrava solo, era perduto. E per paura di questo lupo vennero a tanto, che nessuno aveva il coraggio d'uscire fuori della terra. Per questo avendo compassione santo Francesco agli uomini della terra, sì volle uscire fuori a questo lupo, anche se tutti gli abitanti della città glielo sconsigliavano vivamente.

Ma Francesco facendosi il segno della santissima croce, uscì fuori della terra, lui e i suoi compagni, riponendo tutta la sua fiducia in Dio. E dubitando gli altri compagni di andare più oltre, santo Francesco prese il cammino verso il luogo dove era il lupo. 

Ed ecco che, vedendo che molti cittadini erano venuti a vedere questo miracolo, il detto lupo si fa incontro a santo Francesco, con la bocca aperta; e Francesco approssimandosi a lui gli fa il segno della santissima croce, lo chiama a lui e gli parla così: "Vieni qui, frate lupo, io ti comando dalla parte di Cristo, che tu non facci male né a me né a persona". Mirabile cosa a dire!

Appena santo Francesco ebbe fatto il segno della croce sul lupo, il lupo terribile chiuse la bocca e smise di correre. E dopo che Francesco gli comandò, il lupo venne mansuetamente come agnello, e si gettò ai piedi di santo Francesco steso per terra. E santo Francesco gli parlò così: "Frate lupo, tu fai molti danni in queste parti, e hai compiuto grandi malvagità, guastando e uccidendo le creature di Dio senza sua licenza, e non solamente hai uccise e divorate le bestie, ma hai avuto ardire d'uccidere uomini fatti alla immagine di Dio; per la qual cosa tu sei degno delle forche come ladro e omicida pessimo; e ogni gente grida e mormora di te, e tutta questa terra ti è nemica. Ma io voglio, frate lupo, far la pace fra te e costoro, sicché tu non gli offenda più, ed essi ti perdonino ogni passata offesa, e né li uomini né li cani ti perseguitino più". E dette queste parole, il lupo con atti di corpo e di coda e di orecchi e con inchinare il capo mostrava d'accettare ciò che santo Francesco diceva e di volerlo osservare. 

Allora santo Francesco disse: "Frate lupo, poiché ti piace di fare e di tenere questa pace, io ti prometto che, finché tu vivrai, alle spese per te provvederanno gli uomini di questa terra, sicché tu non patirai più fame; perché io so bene che per la fame tu hai fatto ogni male. Ma poiché io per te chiedo in elemosina questa grazia, io voglio, frate lupo, che tu mi prometta che tu non nocerai mai a nessuna persona umana né ad animale: mi prometti tu questo?". E il lupo, con inchinare di capo, fece evidente segnale che lo prometteva.

E santo Francesco gli disse: "Frate lupo, io voglio che tu mi facci fede di questa promessa, perché mi possa fidare di te". E distendendo la mano santo Francesco per ricevere la sua fede, il lupo levò su il piè ritto dinanzi, e domesticamente lo pose sopra la mano di santo Francesco, dandogli quel segnale di fede che lui poteva. E allora disse santo Francesco: "Frate lupo, io ti comando nel nome di Gesù Cristo, che tu venga ora con me senza dubitare di nulla, e andiamo a fermare questa pace nel nome di Dio". E il lupo ubbidiente se ne va con lui come agnello mansueto. Vedendo questo i cittadini di Gubbio, erano fortemente meravigliati. E subito questa novità si seppe per tutta la città; cosicché  tutti, maschi e femmine, grandi e piccioli, giovani e vecchi, si radunano in piazza a vedere il lupo con santo Francesco.

Ed essendo qui ben radunato tutto il popolo, San Francesco si leva in piedi e predica loro, dicendo, tra l'altre cose, che a motivo dei peccati Iddio permette tali cose e pestilenze e che la fiamma dell’inferno, la quale tormenta per sempre i dannati, è ben più pericolosa che non la rabbia dello lupo il quale non può uccidere se non il corpo: "quanto è dunque da temere la bocca dello inferno, quando tanta moltitudine tiene in paura e in tremore la bocca d'un piccolo animale.

Tornate dunque, carissimi, a Dio e fate degna penitenza dei vostri peccati, e Iddio vi libererà del lupo nell’ora presente e nel futuro dal fuoco infernale". E fatta la predica, disse santo Francesco: "Udite, fratelli miei: frate lupo che è qui dinanzi da voi, così m'ha promesso, e fattomene fede, di far pace con voi e di non offendervi mai in cosa nessuna, e voi gli promettete di dargli ogni dì le cose necessarie; ed io mi faccio garante per lui che il patto della pace egli osserverà fermamente".

Allora tutto il popolo a una voce promise di nutrirlo continuamente. E santo Francesco, dinanzi a tutti, disse al lupo: "E tu, frate lupo, prometti d'osservare a costoro il patto della pace, che tu non offenda né gli uomini, né gli animali, né nessuna creatura?". E il lupo si inginocchia e inchina il capo e con atti mansueti di corpo e di coda e d'orecchi dimostrava, quanto è possibile, di volere servare loro ogni patto. Gli dice santo Francesco: "Frate lupo, io voglio che come tu mi desti fede di questa promessa fuori della porta, così dinanzi a tutto il popolo mi dia fede della tua promessa, che tu non mi ingannerai della mia promessa e della garanzia ch'io ho fatta per te". Allora il lupo levando il piè ritto, lo pose nella mano di santo Francesco.

Dopo questo gesto del lupo e le parole di Francesco, in tutto il popolo sorse così tanta gioia e ammirazione, sia per la santità del Santo, sia per la novità del miracolo, sia per la pace del lupo, che tutti incominciarono a gridare al cielo, laudando e benedicendo Iddio, il quale aveva mandato loro santo Francesco, il quale per i suoi meriti li aveva liberati dalla bocca della crudele bestia.

Dopo questi fatti il detto lupo visse due anni in Gubbio ed entrava domesticamente per le case, di porta in porta, senza fare male a persona e senza esserne fatto a lui, e fu nutrito cortesemente dalla gente, e andandosi così per la terra e per le case, mai nessun cane gli abbaiava dietro. Infine, dopo due anni, frate lupo morì di vecchiaia. Della sua morte si rattristarono molto, perché quando lo vedevano andare così mansueto per la città, si ricordavano meglio della virtù e della santità di santo Francesco. A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen. "

Fioretti, Capitolo XXI

Carcere: qualche numero al 31 marzo 2024

  “Vieni qui, frate lupo” Qualche numero al 31 marzo 2024 Elaborazione da Fonte: Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - Uff...