venerdì 31 marzo 2023

CAMMINATA MEDITATIVA 15 e 16 APRILE

 CAMMINATA MEDITATIVA 15 e 16 APRILE ore 19.00

evento del Festival Biblico 2023

Una camminata meditativa all'antico monastero benedettino di Campese. Un'occasione per ritagliarsi un tempo speciale per riconnettersi con sé stessi, con i propri cinque sensi, con i ritmi della natura. 

La camminata prenderà il via di fronte al monastero, con la prima parte accompagnata da un percorso di suoni e voci con la tecnica del Silent Play.

Un'esperienza sonora immersiva creata con l'uso delle radioguide, che permetteranno al gruppo di entrare nel monastero, di percorrerne il giardino, di riflettere e riflettersi, di mettere i piedi nell'acqua, di toccare, annusare, guardare, ascoltare. 

Per poi entrare negli ambienti interni, incontrando i segni della regola di San Benedetto, immergendosi in un ascolto del proprio corpo e del silenzio, per poi uscire a incontrare la profondità del pozzo, custodita dal quadrato del chiostro, in dialogo aperto verso il cielo. 

Ed al termine del percorso un piccolo convivio darà gusto all'esperienza di una sosta comune tra terra e cielo.

L'esperienza sonora è realizzata da Paola Rossi con la collaborazione di Carlo Presotto, La Piccionaia Centro di Produzione teatrale.

I contenuti nascono dal percorso partecipato svolto con l'associazione il Sicomoro che si prende cura del Monastero di Campese.


Partenza del gruppo ore 19:00

di fronte al campanile del Monastero di Campese.

Evento a numero chiuso è necessaria la prenotazione e offerta responsabile (prima della partenza)






lunedì 27 marzo 2023

Il segno della croce

 Il segno della croce


Lo so, è il gesto più maltrattato: fatto velocemente, senza attenzione, disegna un movimento disarticolato e senza una traiettoria; a volte sembra terminare con un bacio alle dita… Sì, il più delle volte è un gesto vergognoso, perché sembra fatto con vergogna e fa vergognare chi lo comprende e ha consapevolezza di ciò che può significare. Eppure, è il gesto del cristiano, il gesto che confessa il nostro Dio quale comunità d’amore, Padre-Figlio-Spirito santo, Amante-Amato-Amore, e traccia sul corpo di chi lo compie la croce che è “il segno del Figlio dell’uomo” (Mt 24,30) veniente nella gloria. Per questo introduce ogni liturgia della chiesa, attestando che ciò che in essa è compiuto è dovuto soltanto al Dio vivente, raccontato dal Figlio Gesù Cristo (cf. Gv 1,18) attraverso il mistero della croce e della resurrezione.

Nel suo libro su I santi segni del 1922 Romano Guardini ha dedicato un intero capitolo a questo gesto. Egli scriveva, tra l’altro:

Quando fai il segno di croce, fallo bene. Non così affrettato, rattrappito, tale che nessuno capisce cosa debba significare. No, un segno della croce giusto, cioè lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spalla all’altra. Senti come esso ti abbraccia tutto? Raccogliti dunque bene; raccogli in questo segno tutti i pensieri e tutto l’animo tuo, mentre esso si dispiega dalla fronte al petto, da una spalla all’altra (I santi segni, Morcelliana, Brescia 1960, p. 23). 

Così il nostro corpo è attraversato dalla croce che vi è impressa nell’unità di intelletto (la fronte), cuore (il petto), agire (le braccia), e l’“amen” finale dice il “sì” a questa sphraghís (sigillo), segno impresso dalla potenza della croce nella debolezza della carne. Questo segno è riconoscimento della “dignità del cristiano” (cf. Leone Magno, Sermo de nativitate Domini I,3; PL 54,192), atto di fede viva, gesto che trasforma la croce da patibolo e strumento di esecuzione in gloria del donare la vita per gli altri. 

 Enzo Bianchi


mercoledì 22 marzo 2023

La lavanda dei piedi

 


La lavanda dei piedi

Ecco una bella spiegazione del quadro che ci accompagna lungo tutta la Quaresima.

Sieger Köder nasce il 3 gennaio 1925 a Wasseralfingen, in Germania, dove termina i suoi studi. Durante la seconda guerra mondiale viene mandato in Francia come soldato di frontiera ed è fatto prigioniero di guerra. Tornato dalla prigionia, frequenta la scuola dell’Accademia dell’arte di Stoccarda fino al 1951; quindi studia filologia inglese all’università di Tubinga (come parte della sua formazione di insegnante).

Dopo 12 anni d’insegnamento di arte e di attività come artista, Köder intraprende gli studi teologici per il sacerdozio e, nel 1971, viene ordinato prete cattolico. Dal 1975 al 1995, padre Köder esercita il suo ministero come parroco della parrocchia in Hohenberg e Rosenberg. Morirà il 9 febbrai 2015 a Ellwangen, non lontano da Stoccarda, dove aveva trascorsi i vent’anni anni della pensione.

Gli anni del suo ministero di prete sono fra i più prolifici come ispirazione per le opere d’arte. C’è completa sinergia fra il Köder ministro e l’artista. Usa le sue pitture come Gesù usava le sue parabole. “Rivela” la profondità del messaggio cristiano attraverso le metafore, spargendo luce e colore sulla vita e sulla storia umana. L’arte di Köder è caricata pesantemente della sua esperienza personale di guerra durante il periodo Nazista e il periodo dell’Olocausto.

Oltre agli impianti esegetici e alle storie bibliche, uno dei leitmotiv di Köder è l’Arlecchino. Controparte del robot moderno – una creazione della razionalità, della logica, della progettazione, e della precisione – Arlecchino simbolizza l’irrazionalità, la poesia, la libertà, il divertimento. Arlecchino corrisponde all’arte e all’artista. In più, dietro la facciata comica c’è la realtà di ognuno di noi. Infatti, “siamo tutti dei matti”, dichiara Sieger Köder. Forse Arlecchino corrisponde anche alla “stravaganza” di Dio.




Lavanda dei piedi – Gv 13. Sul dipinto vediamo Gesù e Pietro che s’inchinano profondamente l’uno verso l’altro. Gesù è inginocchiato, quasi prostrato davanti a Pietro in un gesto assoluto, non si vede nemmeno il suo volto. In questo momento Gesù è soltanto servizio per quest’uomo davanti a lui. E così vediamo il suo volto rispecchiato nell’acqua, sui piedi di Pietro.

Pietro s’inchina verso Gesù. La sua mano sinistra ci parla di rifiuto: “Tu Signore vuoi lavare i piedi a me?” (Gv 13,6). La sua mano destra e il suo capo, in contrasto, si appoggiano con tutto il loro peso sulla spalla di Gesù. Pietro non guarda al Maestro, non può vedere neppure il suo volto che appare nel catino.

Nel Vangelo di Giovanni Gesù risponde alla domanda esitante di Pietro: “Quello che faccio tu ora
non lo capisci ma lo capirai dopo” (Gv 13,7). E’ questa parola che si rispecchia nell’immagine. Adesso, in questa situazione, non conta il capire ma l’incontro, l’accettare un’esperienza. Il corpo di Pietro è un corpo che vive un processo, un incontro dalla testa ai piedi, una persona che scopre il suo bisogno di essere lavato, una persona che scopre allo stesso tempo la sua dignità. Sono bisognoso che il Maestro mi lavi i piedi, sono degno che lui mi lavi i piedi…

Di conseguenza non è il volto di Gesù che è al centro dell’immagine, ma il volto luminoso di Pietro sul quale si riflette il segno della dignità riacquistata. Lo sguardo di Pietro è diretto verso i piedi di Gesù. Questi piedi sono smisurati, soltan-to all’occhio di chi guarda l’immagine. Dallo sguardo di Pietro ci lasciamo condurre a questi piedi e scopriamo con lui che nell’esperienza che sta vivendo, intuisce una chiamata ad un servizio. “Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”. (Gv 13,15).

Pietro capisce in questo momento che il suo impegno sarà quello di ripetere gli stessi gesti di Gesù, non solo verso di lui, ma anche verso ogni fratello, verso il corpo di Cristo, il suo corpo ecclesiale. Dietro i personaggi, vediamo sul tavolo un calice con il vino e un piatto con il pane spezzato, elementi non relegati sullo sfondo, ma avvicinati all’evento che si vive al centro dell’immagine. La luce che emana il vestito di Gesù si riflette pure sull’angolo della tovaglia. C’è anche l’ombra delle due persone che abbraccia questi segni dell’Eucaristia, si tratta di un unico incontro.

E’ la stessa luce che illumina pane e vino, le mani e i piedi del discepolo e del Maestro. E’ la luce della fedeltà di Dio alla sua alleanza, la luce dell’abbandono di Gesù nelle mani del Padre, la luce della salvezza. Il pittore, Sieger Köder, utilizza spesso il blu come colore della trascendenza. Il tappeto blu contrasta con i colori marroni, i colori della terra, che predominano nell’immagine. Il tappeto blu indica che il cielo si trova ora sulla terra, lì dove si vive il dono di sè per l’altro. L’immagine ci dice: se noi cristiani stiamo cercando il volto di Cristo, dobbiamo lasciarci condurre ai piedi degli altri, impegnarci in un servizio che riconosce la dignità, che accetta il bisogno dell’altro. Ma come vivere questo servizio senza offendere l’altro, se non lasciandoci lavare da una mano amica i propri piedi, riconoscendoci bisognosi? Là dove due corpi si intrecciano nel dare e nel ricevere si costruisce il corpo di Cristo, si inizia a capire che cos’è l’Eucaristia.


LA LAVANDA DEI PIEDI di Sieger Köder – Chiesa di Pero e Cerchiate (chiesadiperocerchiate.it)

 


mercoledì 15 marzo 2023

Elementi del rito della liturgia eucaristica: le ombre

Elementi del rito della liturgia eucaristica: le ombre

Elenco degli elementi problematici evidenziati nel rito eucaristico. Riunione de IL SICOMORO 9 marzo 2023.

I presenti hanno tutti in mano un foglietto per la liturgia domenicale della diocesi di Treviso:  della III Domenica di quaresima A (5 marzo 2023). Sono invitati ad evidenziale quegli elementi che suscitano “difficoltà” (nella comprensione, nella partecipazione). L’elenco è riportato qui di seguito.


1. Quale è il significato della parola “liturgia”?

2. Rito: a quanto risale questa struttura del rito così come lo abbiamo oggi? Può variare la forma del rito? La forma del rito della liturgia eucaristica varia in altri contesti geografici

3. Antifona: significato e uso della parola “Antifona”

4. Saluto: Ripetitivo; una formula che non mi tocca; si può fare una introduzione personalizzata, con altre parole?

5. Significato della parola “AMEN”

6. Significato della parola “spirito” nella risposta dell’assemblea al saluto iniziale: “E con il tuo spirito”.

7. Atto penitenziale: ottocentesco, medievale, con un lessico antico. Lo sento respingente e giudicante, meritocratico.

8. Kyrie: perché siamo tornati al greco? Pesante l’insistenza sul termine “peccato”. Che senso ha il gesto del battersi il petto?

9. Il Kyrie mi piace: mi fa sentire parte di una storia.

10. Significato delle parole “celebrare” e “misteri”.

11. Significato della parola “colletta”.

12. Significato della parola “gloria”.

13. Quale è il significato della formula finale della colletta (dossologia)?

14. Perché due letture nel giorno di domenica?

15. Il salmo va cantato? Perché

16. Quale è il senso del salmo tra una lettura e l’altra? Quale collegamento con le altre letture?

17. Perché il presidente pronuncia alcune parole sottovoce? E perché il diacono riceve la benedizione.

18. Quale è il significato della parola “Cristo”?

19. Quale è il significato della parola “omelia”? Quale è il senso dell’omelia? L’omelia può essere condivisa?

20. Si va in chiesa per la bella predica del prete o per altro?

21. Il laico può intervenire e spezzare la parola al momento dell’omelia?

22. Che senso hanno le omelie fate ai bambini?

23. È obbligatorio inchinarsi al momento della memoria dell’incarnazione nella recita del Credo?

24. Si può semplificare il Simbolo apostolico?

25. Nel “Credo” la parola “onnipotente” depista… come pure l’espressione “verrà a giudicare”.

26. Perché nel Credo viene citato Ponzio Pilato?

27. Quale è il significato della parola “simbolo”?

28. “La resurrezione della carne”: che vuol dire?

29. Preghiere dei fedeli: perché il rito usa questo tipo di linguaggio non riferito alla vita reale? Non sarebbe meglio un lessico quotidiano?

30. Perché il presidente deve chiudere la lista delle preghiere dei fedeli con una suo preghiera?

31. Il suono del campanello è obbligatorio?

32. Il “sacrificio della Chiesa”: ma non è quello di Gesù Cristo?

33. Quale è il significato della parola “sacrificio”?

34. Quali sono i simboli essenziali della liturgia eucaristica?

35. Intronizzazione della Parola: perché non si fa?

36. E’ proprio così necessario conoscere gli elementi della liturgia eucaristica

37. Quale è il significato della parola “offerta”?

38. Perché durante il rito della liturgia eucaristica si sta in piedi?

39. Che senso ha la raccolta delle elemosine?

40. Quale è il significato della parola “prefazio”?

41. Perché si dice tre volte “santo”?

42. Quale è il significato della parola “osanna”?

43. I nomi dei defunti possono essere detti: e quanti?

44. Perché non fare il rito della pace prima della liturgia eucaristica?

45. Nell’espressione “Beati gli invitati alla mensa del Signore…” chi sono gli “invitati”.

mercoledì 8 marzo 2023


ABECEDARIO LITURGICO - «PREFAZIO»


Prefàzio singolare maschile: dal nominativo latino Praefatio (genitivo: prefationis). Deriva dal verbo praefari «premettere, dire prima»; in italiano “prefato” significa “pre-detto”]. Altre parole in italiano: prefazione: lett. “scritto prima].

Parte della liturgia eucaristica, una delle più antiche, con la quale hanno inizio le preghiere eucaristiche e viene “detto prima” della consacrazione eucaristica; è generalmente un testo variabile secondo i varî tempi e festività, e termina con il Sanctus; con lo stesso nome si indica anche la musica che può accompagnare tale parte della messa. 


PREGHIERE EUCARISTICHE II-IV

Le prime tre nuove preghiere del rito romano riformato presentano stili alternativi di Preghiera Eucaristica, sulla base, però di una comune struttura di fondo. Anche se ognuna di queste preghiere, è una composizione nuova, tutte e tre ricalcano antichi modelli; la seconda è una rielaborazione assai completa di un'antica anafora, mentre la terza e la quarta sono nuove composizioni che, comunque, riportano abbastanza letteralmente antiche formule liturgiche.

Tutte le nuove preghiere incorporano alcune caratteristiche della tradizione orientale che erano assenti dalle preghiere liturgiche della Chiesa latina, in particolare l'interesse per la storia della salvezza, dentro il contesto della creazione, e l'attenzione al ruolo "economico" dello Spirito Santo in questa storia e nel culto della Chiesa. L'elemento più esplicitamente "eucaristico", cioè l'azione di grazie, è più sviluppato di quanto si trova nel canone romano, dove era confinato al prefazio.

PREGHIERA EUCARISTICA II

La Preghiera Eucaristica II è la più corta tra le nuove anafore; ed è un adattamento di una preghiera eucaristica del terzo secolo trovata in un documento chiamato La Tradizione Apostolica, attribuito a Ippolito, un presbitero romano.

L'originale è stato modificato sia per adattarlo alle nuove strutture delle preghiere romane sia per renderlo più comprensibile alle assemblee del nostro tempo. Questo ha comportato l'aggiunta del Sanctus (Santo, Santo), la composizione di un Post-Sanctus per facilitare il passaggio all'epiclesi sui doni, e delle intercessioni (né le intercessioni, né l'epiclesi erano presenti nella preghiera d'Ippolito) e in più la modifica o l'omissione di alcune espressioni ritenute inadatte per la mentalità odierna.

Dato che la preghiera originale ha avuto una profonda influenza in molte chiese cristiane dal 1930 in poi, ed è stata usata con adattamenti assai diffusamente, il significato ecumenico della scelta di questa preghiera è ovvio. Facilita una convergenza sulla base di un modello comunemente accettabile che precede la divisione delle chiese da più di un millennio.


PREFAZIO


È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo a te,
Padre santo,
per Gesù Cristo, tuo amatissimo Figlio.


Egli è la tua parola vivente:
per mezzo di lui hai creato tutte le cose,
lo hai mandato a noi salvatore e redentore,
fatto uomo per opera dello Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria.

Per compiere la tua volontà 
e acquistarti un popolo santo egli,
nell’ora della passione,
stese le braccia sulla croce,
morendo distrusse la morte e proclamò la risurrezione.

Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo a una sola voce la tua gloria:

 ACCLAMAZIONE 

Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Osanna nell’alto dei cieli.
Padre veramente santo,
fonte di ogni santità.

 POST-SANCTUS


Veramente santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità. 

EPICLESI SULLE OFFERTE 

(epiclesi è parola che viene dal greco epi (su) kaleo (chiamare, invocare) e sta a significare l'invocazione dello Spirito Santo sulle offerte (pane e vino)

Ti preghiamo: santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito perché diventino per noi il Corpo e il Sangue del Signore nostro Gesù Cristo. 

RACCONTO DELL’ISTITUZIONE 

Egli, consegnandosi volontariamente alla passione, prese il pane, rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice, di nuovo ti rese grazie, lo diede ai suoi discepoli e disse: Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue, per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me. 

ANAMNESI S. Mistero della fede 

[anamnesi è parola che viene dal greco e significa "ricordare", "fare memoria"]

A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta.

Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie perché ci hai resi degni di stare alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale. 

EPICLESI SULL’ASSEMBLEA 

Ti preghiamo umilmente: per la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo. 

INTERCESSIONE PER LA CHIESA E I MINISTRI DEL CULTO 

Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: [e qui convocata nel giorno in cui Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale]: rendila perfetta nell’amore in unione con il nostro papa nome, il nostro vescovo nome, i presbiteri e i diaconi. 

INTERCESSIONE PER I DEFUNTI 

Ricordati anche dei nostri fratelli e sorelle che si sono addormentati nella speranza della risurrezione e, nella tua misericordia, di tutti i defunti: ammettili alla luce del tuo volto. 

NTERCESSIONI PER I VIVI E MEMORIA DEI SANTI 

Di tutti noi abbi misericordia, donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, san Giuseppe, suo sposo, gli apostoli, San N (santo del giorno o patrono) e tutti i santi che in ogni tempo ti furono graditi, e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua lode e la tua gloria.

DOSSOLOGIA FINALE 

[doxa in greco significa "gloria" e "logos" parola; la dossologia: parole che intendono esprimere la gloria di Dio] 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen


giovedì 2 marzo 2023

Abecedario liturgico - Liturgia

 

ABECEDARIO LITURGICO - «LITURGIA»

Liturgìa s. f. [dal gr λειτουργία, der. di λειτουργός, comp. di λήιτον «il luogo degli affari pubblici» (der. di λαός «popolo») e ργον «opera»]. – 

1. Nell’antica Grecia, e soprattutto in Atene, servizio di utilità pubblica imposto dallo stato ai cittadini più facoltosi, che dovevano provvedere a finanziare iniziative di carattere vario (feste, giochi, preparativi militari, ecc.). 

Si distinguono le liturgie civili e le liturgie militari. Al primo gruppo appartengono, ad esempio, le coregie legate all'allestimento di un coro e quindi al sostentamento dei loro membri (una quindicina circa), in vista di un concorso teatrale. Al secondo gruppo appartengono le trierarchie, consistente nell'armamento di una trireme ed al sostentamento del suo equipaggio per un anno.

2. L’ordinamento tradizionalmente fissato per le manifestazioni del culto pubblico, e anche, comunem., il complesso delle cerimonie di un culto: lcristiana (cattolica o romanagreco-ortodossaprotestante, ecc.); la lgiudaicala lbuddistala lmusulmana, ecc.; con sign. più ristretto, gli atti di culto e le formule che riguardano una parte determinata delle cerimonie liturgiche: la ldella messala ldei defunti. Nella chiesa cattolica, con la riforma della liturgia seguita al Concilio Vaticano II, sono state introdotte varie innovazioni sia della liturgia in sé sia della terminologia relativa: ldella parola, la parte della messa che segue ai riti d’introduzione, e comprende le letture della «parola di Dio» desunte dalle sacre scritture, l’omelia, il Credo e la preghiera universale; leucaristica, la parte centrale della messa che va dall’offertorio alla comunione compresa; ldelle ore, espressione che ha sostituito quelle di ufficio divino o breviario

3. estens. Rituale, cerimonia, messinscena: la l. delle vacanzela l. della politica.


Da internet


Quaresima 2023


 

Carcere: qualche numero al 31 marzo 2024

  “Vieni qui, frate lupo” Qualche numero al 31 marzo 2024 Elaborazione da Fonte: Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - Uff...