Dalla «Prima Apologia a favore dei cristiani» di san Giustino[1], martire (martirizzato sotto Marco Aurelio tra il 163 e il 168) - (Cap. 66-67; PG 6, 427-431)
La celebrazione
dell’Eucaristia
A nessun altro è lecito partecipare
all’Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e
che sia stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei
peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha insegnato.
Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è
fatto uomo per l’intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e sangue
per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state
rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che,
trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne e il sangue
di Gesù fatto uomo.
Gli apostoli nelle memorie da loro lasciate e chiamate vangeli,
ci hanno tramandato che Gesù ha comandato così: Preso il pane e rese grazie,
egli disse: «Fate questo in memoria di me. Questo è il mio corpo». E allo
stesso modo, preso il calice e rese grazie, disse: «Questo è il mio sangue» e
lo diede solamente a loro.
Da allora noi facciamo sempre memoria di questo fatto nelle
nostre assemblee e chi di noi ha qualcosa, soccorre tutti quelli che sono nel
bisogno, e stiamo sempre insieme. Per tutto ciò di cui ci nutriamo benediciamo
il creatore dell’universo per mezzo del suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo.
E nel giorno, detto del Sole, si fa l’adunanza. Tutti coloro che
abitano in città o in campagna convengono nello
stesso luogo, e si leggono le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti
per quanto il tempo lo permette.
Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge
parole di ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle.
Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito
di pregare, viene recato pane, vino e acqua. Allora colui che presiede formula
la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e il popolo
acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si distribuiscono e si
partecipano gli elementi sui quali furono rese grazie, mentre i medesimi sono
mandati agli assenti per mano dei diaconi.
Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, dànno a
loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui
che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia
o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro che sono in carcere e
i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i
bisognosi.
Ci raduniamo tutti insieme nel giorno del Sole, sia perché questo
è il primo giorno in cui Dio, volgendo in fuga le tenebre e il caos, creò il
mondo, sia perché Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti nel medesimo
giorno. Lo crocifissero infatti nel giorno precedente quello di Saturno e
l’indomani di quel medesimo giorno, cioè nel giorno del Sole, essendo apparso
ai suoi apostoli e ai discepoli, insegnò quelle cose che vi abbiamo trasmesso
perché le prendiate in seria considerazione.
Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge
parole di ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle.
Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito
di pregare, viene recato pane, vino e acqua. Allora colui che presiede formula
la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e il popolo
acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si distribuiscono e si
partecipano gli elementi sui quali furono rese grazie, mentre i medesimi sono
mandati agli assenti per mano dei diaconi.
Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, dànno a
loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui
che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia
o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro che sono in carcere e
i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i
bisognosi.
Ci raduniamo tutti insieme nel giorno del Sole, sia perché questo
è il primo giorno in cui Dio, volgendo in fuga le tenebre e il caos, creò il
mondo, sia perché Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti nel medesimo
giorno. Lo crocifissero infatti nel giorno precedente quello di Saturno e
l’indomani di quel medesimo giorno, cioè nel giorno del Sole, essendo apparso
ai suoi apostoli e ai discepoli, insegnò quelle cose che vi abbiamo trasmesso
perché le prendiate in seria considerazione.
[1] San Giustino (Flavia
Neapolis, 100; † Roma, 162 - 168) è stato un filosofo e martire palestinese.
Sembra fosse di origini latine o greche. La
sua famiglia probabilmente
si era stabilita da poco in Palestina,
al seguito degli eserciti romani che qualche anno prima avevano sconfitto gli Ebrei e
distrutto il Tempio di Gerusalemme.
Conosciuto anche come Giustino martire o di
Nablus (Flavia
Neapolis) in Palestina, fu filosofo e martire cristiano,
morto sotto Marco Aurelio tra il 163 ed il 167. La Chiesa
cattolica lo venera come santo e lo
annovera tra i Padri della Chiesa e i suoi due più famosi
scritti Prima Apologia dei Cristiani e Seconda
Apologia dei Cristiani ne fanno uno dei primi difensori del pensiero
cristiano. Viene venerato come santo anche dalla Chiesa
ortodossa. La memoria si celebra il 1 giugno.
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