Giovedì 11 maggio, ore 20.30 in monastero, altra tappa del percorso formativo "UNA LITURGIA VIVA PER UNA CHIESA VIVA".
Titolo: INTRODUZIONE GENERALE AI SACRAMENTI
Obiettivo e stile del percorso formativo:
Obiettivo generale
In un clima di
condivisione fraterna, con lo studio e l’impegno personali e il confronto con
altre persone, uomini e donne (testimoni e docenti), maturare quella consapevolezza che ci permette di
riappropriarci - in termini adulti - di quel tesoro che abbiamo ricevuto in
dono (1 Cor 15, 3): lo spezzare insieme il pane il primo giorno della settimana[1],
secondo il comandamento del Signore[2].
Convinzioni
Siamo convinti che
questo processo di consapevolezza sia necessario per:
- 1.
partecipare[3] in modo attivo e
fruttuoso alla liturgia eucaristica
- 2. e per esplorare, con audacia e
creatività, nuove forme (parole e gesti) per celebrare il Mistero del pane
spezzato che rende presente e attuale la Pasqua di Cristo per la vita del
mondo.
Lo stile
Come ogni altra proposta
formativa anche questa sottintende alcuni essenziali atteggiamenti
personali (presenza puntuale agli
incontri, partecipazione attiva alle dinamiche di gruppo, disponibilità al
dialogo e all’ascolto, disponibilità alla ricerca e allo studio…).
[1] «Il primo giorno della settimana ci radunammo per
spezzare il pane secondo il comando del Signore» (At 20,7).
[2]
Mt 26,26-28; 1 Cor 11,23-25
[3] “Un certo modo di conferire i Sacramenti, senza un solido sostegno della catechesi circa questi medesimi Sacramenti e di una catechesi globale, finirebbe per privarli in gran parte della loro efficacia. Il compito dell’evangelizzazione è precisamente quello di educare nella fede in modo tale che essa conduca ciascun cristiano a vivere i Sacramenti come veri Sacramenti della fede, e non a riceverli passivamente o a subirli” (Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 1975, n. 47).
Ciò che IL SICOMORO ha chiesto al Vescovo Claudio Cipolla
«Non hanno più vino». Nei nostri dialoghi ritorna spesso la constatazione che le liturgie festive della domenica mancano spesso di quella gioia che profuma di Vangelo. Sentiamo, tuttavia, la sterilità di fermarsi alla sola lamentazione, condivisa con tanti altri, laici e presbiteri, che mette in evidenza un dato di fatto: le nostre liturgie festive… sono quasi diventate mute: a tanti non dicono più nulla… e per questo motivo se ne allontanano. Da qui il desiderio di poter vivere delle esperienze celebrative, soprattutto festive, con stili e linguaggi più aderenti alla vita. A tal proposito, ci piacerebbe trasformare questo desiderio in un laboratorio di fede in cui pensare ad esperienze celebrative festive diverse e complementari rispetto alla celebrazione liturgica nella messa. Con il suo beneplacito, e accompagnati da figure formative adeguate, siamo disponibili a coinvolgerci in questo laboratorio a servizio dell’esperienza di chiesa, secondo lo spirito del Sinodo diocesano: vino nuovo in otri nuovi… anche in termini celebrativi… nel Giorno del Signore.
Non ci può
essere una chiesa viva e una liturgia affaticata; non ci può essere una
"chiesa in uscita" e una "liturgia in ritirata"! La chiesa
evangelizza come celebra: la credibilità della chiesa è il riflesso della
vitalità del suo celebrare.
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